XLI Sessioni

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XLI CONVEGNO INTERNAZIONALE DI AMERICANISTICA

Perugia (Italia), 7-12 maggio 2019

 

 

1) Discorso sul metodo
Romolo Santoni (Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano”) romololmeca@hotmail.com

Naturalmente il titolo vuole essere un omaggio al grande René Descartes, sottolineando il grande debito intellettuale che la scienza occidentale ha verso di lui. Gli studi americanistici si sono sempre caratterizzati, non solo per il carattere di possibilità dell’interdisciplinarità della loro materia, quanto invece per quello di necessità dello sguardo multi e interdisciplinare. Questo aspetto, se fa sì che le ricerche che si svolgono in tale ambito si aprano ad arricchimenti molteplici, dall’altro pone seri problemi di trattazione dei dati. In ambiti dove la multidisciplinarità diventa essenziale e dove l’accuratezza del metodo si dipana in molteplici prospettive, questi incroci non sono soltanto portatori di proficui incontri, scambi e dibattiti, ma, a volte, anche di pericolosi equilibrismi teorici (a volte con pesanti ripercussioni anche sul piano pratico). Ad esempio, un intenso dibattito divide linee di ricerca differenti, che proprio nel metodo applicato trovano il confine fra di esse e fra i rispettivi raggi d’azione. Lo studio del metodo, aspetto peculiare della filosofia occidentale da Cartesio in avanti, si rivela nella attività americanistica, più che altrove, imprescindibile. Per cui sembra necessario proporre un momento di riflessione, a priori della ricerca, che ne evidenzi le prospettive e i limiti metodologici.

 

2) Amazzonia indigena
Paride Bollettin (Programa de Pós-graduação em Antropologia, Universidade Federal da Bahia, Department of Anthropology, Durham University) Paride_Bollettin@msn.com
Edmundo Antonio Peggion (Universidade Estadual Paulista “Júlio de Mesquita Filho”, Brasil)
edmundopeggion@gmail.com

L’Amazzonia racchiude entro i propri confini una molteplicità di società le quali presentano una varietà di spiegazioni cosmologiche, di organizzazioni sociali, di maniere di gestire la vita materiale che fanno sì che questa regione assurga ad una posizione privilegiata per tutti coloro che siano interessati a confrontarsi con la complessità delle costruzioni sociali, simboliche o di altro tipo messe in atto dalle diverse società umane nella loro quotidianità. Le centinaia di gruppi originari si trovano inoltre ad affrontare l’incontro con le società degli stati nazionali all’interno dei quali è situato il proprio territorio. Emergono così situazioni di incontro culturale e strategie di risposta le più varie: accanto a popolazioni che resistono da cinque secoli all’impatto con il mondo dell’alterità non-indigena ne troviamo altre che da pochi anni fronteggiano tale shock destabilizzante, dalle cosiddette “comunità risorte”, che riscoprono e rivendicano la propria appartenenza culturale, a quelle definite in “isolamento volontario”, che ancora rifiutano il contatto con i non-indigeni. Di fronte a tale complessità di situazioni, questa sessione tematica intende presentare lavori sviluppati a partire da ricerche sul campo, nel tentativo di illustrare la situazione attuale di tali gruppi.

 

3) Diritti indigeni: una discussione transnazionale
Maria Luisa De Filippo, Lady Saavedra, Elsa López convegno@amerindiano.org

La finalità di questa sessione è presentare una discussione interdisciplinare sul tema dei diritti indigeni. Approvata nel 2007, la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei Popoli Indigeni ha come obiettivo principale il rispetto dell’autodeterminazione. L’impegno e la sfida di fronte a tale proclamazione consiste nella sua applicazione insieme ad altre misure aventi lo stesso scopo, nei contesti nazionali latinoamericani. In che modo gli stati-nazione negoziano con queste misure approvate e firmate dalla maggior parte dei paesi atinoamericani? In che modo le organizzazioni indigene rivendicano i propri diritti e il rispetto delle diversità culturali nell’ambito delle diverse costituzioni nazionali? Quali i principali conflitti? Questioni come autodeterminazione, diversità e identità culturale sono i temi principali che la sessione propone.

 

4) Segni, simboli, e dinamiche di costruzione del territorio indigeno
Piero Gorza (Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano” – Instituto de Estudios Indígenas, San Cristóbal de las Casas, Chiapas, México) piero.gorza1@gmail.com – Marie Annereau-fulbert (Centro de Estudios Mayas, UNAM, CDMX, México) mafulbert@gmail.com

Il tema cruciale di questa sessione rimanda al territorio come luogo in cui si sedimenta la memoria e in cui gli uomini praticano incisioni come esercizio di potere contro il carattere effimero del tempo umano. La costruzione di mappe è per definizione spazio aperto e interdisciplinare: mappe storiche, mappe politiche, mappe culturali, mappe simboliche, mappe mentali e linguistiche. Le categorie del fondare, relazionarsi a partire da un centro, istituire, territorializzare, nominare, orientarsi e ricordare come quelle del disabitare, transitare, perdersi, crescere e apprendere aprono il campo a riflessioni sui processi cognitivi ed esistenziali degli individui e delle collettività. Si tratta di una sessione-crocevia tra centri e frontiere.

 

5) Migrazioni, relazioni, nomadismi tra l’Europa e le Americhe
Thea Rossi (Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano” – Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara, Italia) thearossi@yahoo.it

La sessione si propone di riflettere sui movimenti e i flussi di idee, di oggetti e di capitale umano che hanno caratterizzato la storia delle relazioni transatlantiche tra l’Europa e le Americhe. Tre le focalizzazioni che si intendono privilegiare, attraverso una prospettiva finalizzata a promuovere il dialogo pluridisciplinare. In primo luogo le dinamiche e i processi, reali e simbolici, che hanno caratterizzato il fenomeno migratorio verso il Continente americano nel secolo scorso, soprattutto a cavallo dei due conflitti mondiali, e, al contempo, il rispettivo movimento di ritorno, riferito in particolar modo nell’ultimo trentennio, e causato da fattori di congiuntura socio-politici ed economici. In seconda istanza le relazioni che intrecciano i due contesti, creando un patrimonio materiale e immateriale comune. Oltre a beni e manufatti sarà tenuta particolarmente in conto la creazione di un immaginario condiviso. Infine, la riflessione si estenderà ai nomadismi dell’epoca della mondializzazione: il costante flusso di risorse umane, la negoziazione e il contatto tra culture unitamente alle possibili nuove forme di integrazione tese a coniugare il locale e il globale.

 

6) Etnomusicologia: sopravvivenza, continuità e nuovi contributi della musica e delle danze tradizionali in America
María Lina Picconi (Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano”) lina_455@yahoo.com

E’ compito dell’etnomusicologia rispondere a una serie di domande che l’umanità si è posta nel corso della storia: chi crea la musica? Come si crea? Per chi? Per che cosa? Con quale fine? Considerando notevole la carenza di informazioni sul mondo delle musiche tradizionali, le cui caratteristiche vanno dalla varietà alla sottigliezza delle espressioni musicali, propongo l’apertura di questa sessione. Esistono ancora in America espressioni musicali o di danza, le cui radici si prolungherebbero fino all’epoca precolombiana e proverrebbero da un’antica arte il cui significato sarebbe stato dimenticato. L’avvento della globalizzazione ha contribuito alla nascita di molte di quelle espressioni musicali principalmente urbane che tendono, come in altre parti del mondo, a uniformare i particolarismi locali. Per tale ragione è imprescindibile ai giorni nostri registrare e indagare queste espressioni, affinché non se ne perda la memoria con lo sviluppo del mondo globalizzato.

 

7) Immaginario e memoria: studi culturali
Anna Sulai Capponi (Università degli Studi di Perugia) anazulay@virgilio.it

Questa sessione ha un carattere interdisciplinare che ha come principale obiettivo quello di presentare studi sulle diversità culturali che abbiano come espressione tutte le forme di rappresentazione. Sappiamo che è per mezzo delle rappresentazioni sociali e individuali che possiamo localizzare le formazioni, trasformazioni e risemantizzazioni identitarie che hanno come caratteristica di essere polissemiche e pertanto polifoniche. Per questa ragione, l’interdisciplinarietà non è uno strumento di lavoro ma una teoria che ha lo scopo di studiare i simboli-chiave culturali, come essi sono percepiti, concepiti e rappresentati. Contempliamo tutti i tipi di manifestazioni culturali in quanto riteniamo che le soggettività culturali siano rappresentate nelle forme letterarie, cinematografiche, artistiche e che gli studi sulle rappresentazioni culturali non siano solamente monopolio delle discipline concepite con questo fine.

 

8) Questioni di antropologia medica nel continente americano
Paola Maria Sesia (Centro de Investigaciones y Estudios Superiores en Antropología Social CIESAS Unidad Pacífico Sur) paolasesia@yahoo.com.mx

Costruire una sessione dedicata all’antropologia medica in ambito Latino Americano significa dar voce alle molteplici concezioni e pratiche intorno ai concetti di salute e malattia presenti in tali contesti attraverso una prospettiva storica che tenga conto del presente come del passato. I rapporti egemonici che intercorrono fra la biomedicina e le molteplici risposte di salute “locali e tradizionali” costituiscono un esempio dei più importanti ambiti d’interesse di questa disciplina. Facendo tesoro delle esperienze e delle elaborazioni teoriche delle diverse tradizioni di questa prospettiva, si assume l’obiettivo di costituire un utile spazio di dialogo e di confronto per la comunità americanistica attualmente impegnata in tale ambito di studi. Sulla scorta dell’esperienza realizzata da questa sessione nelle precedenti edizioni del Convegno Internazionale di Americanistica, si vuole favorire inoltre lo spazio del dibattito come terreno di costruzione di riflessioni comuni che possano poi avere una ricaduta operativa sul tessuto sociale dei contesti presi in esame.

 

9) Politiche pubbliche, istituzioni e democrazia in America Latina
Beatriz Calvo Pontón (Centro de Investigaciones y Estudios Superiores en Antropología Social, México) beatrizcalvo_mx@yahoo.com

Il modello neoliberale nei paesi latinoamericani ha comportato la sottrazione dello Stato da responsabilità sociali e funzioni prioritarie, così come la messa in atto di riforme strutturali che intendono far sì che le società vengano gestite con i criteri del libero mercato. Osserviamo alcune conseguenze: riduzione, privatizzazione e rincaro dei servizi pubblici educativi e sanitari, aumento delle diseguaglianze e della povertà e rafforzamento dei monopoli nei settori chiave dell’economia e dei mezzi di comunicazione, che intervengono sempre di più nei processi politici e nel disegno delle politiche pubbliche. La ridefinizione delle politiche sociali è stata orientata in campo sociale dalla focalizzazione sulle fasce in condizioni di povertà estrema, però allo stesso tempo sono state ridotte le risorse che permettono di progredire verso l’universalizzazione dei diritti sociali. D’altra parte, sono stati creati spazi nei quali sono nate istituzioni autonome legate a temi quali i diritti umani, la trasparenza e la contraloría social. Nella società civile è cresciuto il numero di organizzazioni che lottano per la democratizzazione delle istituzioni e il miglioramento dei servizi sociali. La congiunzione di tali processi ha cambiato in modo sostanziale il volto delle società latinoamericane.

 

10) Elezioni in America Latina
René Valdiviezo Sandoval (Universidad Iberoamericana Puebla, México) valdiviezo.rene@gmail.com

La nostra regione vive regolarmente, dalla fine delle dittature, dei processi di elezioni che gli permettono di rinnovare le varie autorità e i rappresentanti popolari generalmente in maniera pacifica. Da una prospettiva liberale (e neoliberale), questi processi sono l’espressione dell’esistenza della vita democratica nelle nazioni. Da un punto di vista più critico, i processi elettorali, diventano sempre più dei rituali per il mantenimento al potere di correnti politiche che non rappresentano la popolazione e che usano questi processi per legittimare la loro permanenza al potere, cosa che ottengono, a volte, attraverso meccanismi extra-legali. Questa sessione cerca di generare dibattiti sull’elezioni in America Latina, nei suoi tre (o quattro) livelli, sull’azione politico-elettorale (competizione, risultati, conflitti, campagne e relazioni con altri aspetti della vita sociale), sugli attori politico-elettorali (partiti, gruppi sociali e le autorità) e sulla conformazione dei poteri nazionali / regionali / locali, basati sui processi elettorali. Sebbene siano preferiti gli studi odierni, saranno accettati anche lavori storici.

 

11) Civiltà e barbarie, da Sarmiento ai nostri giorni
Rosa Maria Grillo (Università degli Studi di Salerno – Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano” di Salerno) grillovov@gmail.com

Nei quasi due secoli dalla pubblicazione del romanzo-saggio di Domingo Faustino Sarmiento Facundo Quiroga, o Civilización y Barbarie (1845), ispirato a un indiscusso canone europeo di civiltà/città e barbarie/spazio extraurbano, si sono alternati, ora in modo esplicito ora implicito, slittamenti, quando non ribaltamenti, dei referenti originari.

A partire da allora, infatti, innumerevoli testi sia critici che creativi si sono ispirati a questa dicotomia e alle sue infinite sfumature e puntualizzazioni: questa sessione è allora un invito a rileggere la storia e la cultura ispanoamericane scomponendo e ricomponendo, in testi letterari di registro e tipologia apparentemente lontani dalla saggistica storico-sociologica, la dicotomia sarmientina, al di là dell’utilizzo – strettamente manicheo – di un sistema interpretativo binario tipico di certa Modernità europea ormai sconfessato dalla emergenza e dalla visibilizzazione di gruppi, ideologie, cosmogonie, subalterne e alternative.

 

12) Archeologia delle Americhe: fra la cultura materiale e le rappresentazioni simboliche
María Teresa Muñoz Espinosa (Dirección de Estudios Arqueológicos, INAH) munoz7576@yahoo.com
José Carlos Castañeda Reyes (Universidad Autónoma Metropolitana-Iztapalapa, México) mrwti@xanum.uam.mx

Le antiche culture e civiltà americane presero o produssero con i propri mezzi la base materiale che permise loro di creare le grandi manifestazioni di pensiero, di arte o della semplice vita quotidiana dei popoli che abitarono nel continente, e che si plasmarono nella ricca storia antica di America, dallo stretto di Bering fino alla Terra del Fuoco. Nella sessione si propone lo studio e l’analisi di tali manifestazioni di vita materiale e i suoi simboli associati, che l’archeologia recupera, compara e spiega, per comprendere e far comprendere la nostra storia antica. Pretende essere uno spazio di incontro dove si discutano i progressi dei progetti di ricerca archeologica in corso nei diversi scenari americani o i nuovi studi e interpretazioni che si basino sulle fonti plastiche o testimonianze scritte, fra le tante. Si propone di stabilire uno spazio di incontro periodico dove si presentino e si analizzino aspetti diversi –teorici, metodologici, reali – dell’archeologia del nostro continente.

 

13) L’Architettura religiosa contemporanea come espressione sociale
María Cristina Valerdi Nochebuena (Benemérita Universidad Autónoma de Puebla, México) crvalerd@gmail.com

La religione, intesa come realtà sociale, storicamente si è manifestata in edifici in cui un gruppo di persone si riunisce periodicamente per celebrare la propria fede e predicare la propria dottrina (chiese), o in spazi creati come materializzazione simbolica e identitaria di una determinata cosmogonia (templi). Questa differenza concettuale non esclude l’esistenza di casi che uniscono gli estremi, storicamente la architettura religiosa ha subito importanti cambiamenti sia nel significato culturale sia nel modo di costruirsi. I templi e le chiese intesi come edifici vengono costruiti con una ampia accettazione sociale sia in piccoli villaggi isolati sia in grandi metropoli cosmopolite. Inoltre in molti casi vengono riconosciuti come pietre miliari, territoriali o paesaggistici per il ruolo che, in relazione con l’uso dello spazio e del tempo, mantengono nel tessuto sociale. Basandoci su queste considerazioni proponiamo una sessione in cui si mostrano gli spazi per la celebrazione, l’incontro religioso o la materializzazione simbolica di una fede, in cui si sostengono nuovi linguaggi plastici, artistici o folkloristici e, nonostante il contesto desacralizzato e secolarizzato che presentano le società occidentali, cercano la rappresentazione plastica di una religione e sono il risultato di una espressione sociale, inserendo nell’oggetto dello studio diverse discipline quali l’architettura, la storia, la sociologia, la politica, la teologia. Questo simposio invita tutti gli interessati allo studio dell’architettura intesa come espressione sociale a diffondere quello che, in questo ambito, è stato rinnovato negli ultimi anni.

 

14) Patrimonio edificato: antropologia e architettura in America
Joel Francis Audefroy (Escuela Superior de Ingeniería y arquitectura, IPN, México) takatitakite@gmail.com
Bertha Nelly Cabrera Sánchez (Escuela Superior de Ingeniería y arquitectura, IPN, México) nema_67@yahoo.com.mx

A partire dalla “Convención sobre la protección del patrimonio mundial, cultural y natural” adottata nel 1972 dall’UNESCO si proclamò l’universalità del sistema di pensiero e di valori occidentali su questo tema. Questo processo di riconoscimento del patrimonio edificato e naturale non è esente da contraddizioni. Quando nel 1964 si scrive la Carta di Venezia “Carta Internacional sobre la conservación y la restauración de los monumentos y los sitios”, il quadro teorico e pratico in cui si scrive è la conciliazione di posizioni teoriche che sono nate nel secolo XIX, sviluppatesi poi durante il secolo XX. Questa sessione invita a riflettere su quanto segue:
• Conservazione e restaurazione dell’habitat tradizionale in una prospettiva antropologica nell’attuale contesto di globalizzazione.
• Protezione strategica dei tessuti patrimoniali urbani ed appropriazione da parte delle popolazioni che li abitano.
• Conservazione e restauro architettonico del patrimonio di fronte al consumo dell’industria del turismo.
• Mercato immobiliario vs conservazione del patrimonio architettonico.
Le città storiche, il patrimonio architettonico ed urbano intesi come nozioni concepite dalle società occidentali per incontrarsi con il loro passato: hanno raggiunto il loro scopo? O hanno contribuito a costruire una identità o meglio ancora sono una manifestazione del progetto umanista di conservazione? Dal monumento archeologico e storico per una élite fino al progetto modernizzatore di quartieri antichi per il turismo culturale, si è percorso un lungo cammino per il beneficio di milioni di visitatori ma con numerosi conflitti e varie tendenze divergenti nel continente americano.

 

15) Feste in America Latina: pratiche patrimonio culturale modelli di gestione dello spazio
Daniela Salvucci (Libera Università di Bolzano, Italia) salvuccidana@gmail.com
Tobias Boos (Libera Università di Bolzano, Italia) tobiboos@gmail.com

Questa sessione prende in esame il ruolo delle feste  latinoamericane, tanto nell’articolazione fra differenti entità socio-culturali (quartieri, associazioni, municipalità, ecc.) della città e dei suoi dintorni, come nella costruzione di identità (etniche, sincretiche, meticce, regionali, nazionali, ecc.). Si presterà particolare attenzione alle pratiche (sfilate, giochi, rappresentazioni, ecc.), ai modelli spaziali (luoghi risemantizzati, luoghi occupati, lo spazio pubblico che si trasforma in privato) e temporali della festa. Si terranno in considerazione anche i processi di patrimonializzazione culturale della festa, sottolineando il ruolo dei mezzi di comunicazione e del turismo. Una possibile prima ipotesi per iniziare la discussione è che il patrimonio festivo costituisce un ambito di negoziazione sociale, culturale e politica. Un’ulteriore ipotesi è che le feste permettono di costruire identità nuove e inclusive, plurali e ibridate a partire dalla fusione di differenti forme di vita urbane e rurali. Saranno benvenuti studi empirici e riflessioni teoriche per sviluppare comparazioni interculturali di sistemi festivi.

 

16) Incontri e Disincontri Epistemologici nelle Americhe
Paride Bollettin (Programa de Pós-graduação em Antropologia, Universidade Federal da Bahia, Department of Anthropology, Durham University) paride_bollettin@msn.com
Edmundo Antonio Peggion (Universidade Estadual Paulista “Júlio de Mesquita Filho”, Brasil) edmundopeggion@gmail.com

Nel panorama contemporaneo, emerge sempre più la necessità di costruire dialoghi tra forme alternative di attribuire significati alle molteplici esperienze del vissuto. I popoli culturalmente differenziati si trovano da un lato ad affrontare contesti distruttivi e da un altro creano nuove ed inattese collaborazioni. L’impatto ambientale di mega-progetti si riflette in diverse concezioni della frontiera tra l’umano e la natura, le politiche di educazione scolastica frutto dell’inclusione in istituzioni universitarie o amministrative attivano diverse visioni di cosa sia la conoscenza e la persona stessa, i processi migratori intra- e internazionali e le politiche di territorializzazione evidenziano idee diverse su società e collettivi, per citare solo alcuni possibili esempi. Questi fenomeni generano dialoghi che producono incontri e disincontri tra forme specifiche di pensare all’umano ed al mondo. Questi contesti richiedono una comprensione approfondita di come si producano congiunzioni e tensioni epistemologiche tra attori che apportano il propri universo in dialoghi complessi e polisemici. In questa direzione, la sessione pretende discutere, a partire da casi specifici e da approcci etnografici, storici, etnoscientifici, filosofici e altri, in che modo queste relazioni prendono forma e quali strategie politiche ed intellettuali vengono attivate dagli attori in questi contesti.

 

17) La vita indigena attraverso le diverse fonti messicane
Luz María Mohar Betancourt (Centro de Investigaciones y Estudios Superiores en Antropología Social, México) cucusmohar@hotmail.com

Questa sessione si pone l’obiettivo di mostrare le diverse tipologie di fonti primarie, come codici e manoscritti, che apportano nuove informazioni sulla storia del Messico. Si richiede a ciascun relatore di presentare lavori di ricerca nuovi che approfondiscano la vita indigena e i cambiamenti e elementi di continuità a partire dalla conquista. Tematiche come l’evangelizzazione, il senso di appartenenza alla terra e l’identità saranno oggetto d’interesse. Allo stesso modo l’importanza dello studio dell’iconografia e la sua trasformazione su diverse tipologie di supporti saranno tematiche centrali della sessione. Ci interessa conoscere le diverse tipologie utilizzate per l’analisi dei documenti che si conservano in biblioteche, archivi e musei tra i tanti luoghi di conservazione esistenti tanto in Messico quanto in diverse città del mondo.

 

18) Corpo e parola: La scrittura femminile del secolo XX
Mara Donat (Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano”) donatm71@gmail.com

Si propone una ricerca sulla relazione tra il corpo e la parola nel testo letterario in ambito latinoamericano, includendo le lingue indigene con relativa traduzione in lingua spagnola. Lo studio viene focalizzato non tanto nella rappresentazione della corporalità in forma tematica, ma piuttosto nel legame che il corpo stabilisce con il linguaggio letterario nel quadro di un’estetica e un genere determinati. All’interno di un certo immaginario culturale si dovranno distinguere i processi che costruiscono il linguaggio letterario a partire dal corpo, con un approccio interdisciplinare che comprenda l’analisi stilistica del testo letterario in relazione ad altre discipline come la filosofia, la psicanalisi, l’antropologia, la linguistica. L’interesse verte sull’indagine del testo seguendo la costruzione del significato vincolata alla costruzione del significante. Aspetti come la gestualità della scrittura e la materialità della parola sono complementari alla costruzione semantica del linguaggio letterario.

Questa proposta si basa sul modello teorico della semiotica secondo lo studioso messicano Gabriel Weisz.

 

19) L’erotismo fra storia, letteratura e arte in America
Berenize Galicia Isasmendi (Benemérita Universidad Autónoma de Puebla) vincent_bere@hotmail.com

La tematica di questa sessione ha l’obiettivo di trattare l’erotismo nel contesto americano, dato che i relatori si addentreranno nelle differenti nozioni dell’erotico per intenderlo non solo nell’aspetto fisico e sessuale (pornografico secondo il filosofo Byung-Chul Han), ma soprattutto come uno dei mezzi primordiali di guidarci sul piano amoroso e nel divenire quotidiano della psiche umana. Pertanto le esposizioni si focalizzeranno nel dialogo fra letteratura, storia, arte (da un lato) e erotico (dall’altro), inquadrandole sia in un carattere estetico che nella capacità di riflettere sulla nostra facoltà di amare e sulla sessualità (l’intimità e l’immaginazione di ciò che siamo, partendo da George Bataille in “L’erotismo” 1989 ISBN-13: 978-8472230613). Proponiamo una riflessione, partendo dal piano filosofico ed estetico di un tema sempre necessario e attuale.

 

20) Stato, minoranze, processi di gestione del conflitto e violenze
Roberto Kant de Lima ( Universidade Federal Fluminense / INEAC – Instituto de Estudos Comparados em Administração de Conflitos, Brasil) rkantbr@gmail.com, Fabio Mota ( Universidade Federal Fluminense / INEAC – Instituto de Estudos Comparados em Administração de Conflitos, Brasil) reismota@gmail.com

L’interesse della sessione tematica è quello di selezionare studi che analizzino, nel contesto americano, i riflessi dei diversi tipi di conflitti e violenze che emergono dalle relazioni fra Stato e gruppi sociali minoritari. Consideriamo centrale il ruolo dello Stato, sia per produrre che per limitare i conflitti sociali, che si manifestano frequentemente nelle più diverse forme di violenza. L’idea è quella di riunire una pluralità di approcci analitici basati su studi empirici, come le problematiche relative allo Stato democratico di diritto; ai processi di criminalizzazione di soggetti sociali e selettività penale, ai processi e forme istituzionali e non istituzionali di gestione del conflitto (giudizializzazione, mediazione, conciliazione, risoluzione, soppressione); a domande per il riconoscimento di diritti da parte dei cosiddetti gruppi sociali minoritari; le moralità, i valori e i significati di giustizia – sensibilità giuridiche -, mobilizzati dagli attori coinvolti; le etnografie che focalizzino come questi processi vengono vissuti per questi gruppi sociali.

 

21) Sessione non tematica
Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano” convegno@amerindiano.org