Ricerche

Ubicazione geografica del Veracruz Centrale in cui è evidenziata l'area di Cerro de las Mesas

Titolo: Ruta De La Obsidiana

Paese: Messico

Località: Cerro De Las Mesas / Paso Del Bote, Mpio. Tlalixcoyan (Ver., México)

Abstract: Ruta de la Obsidiana è un progetto di ricerca internazionale e interdisciplinare sulle dinamiche di cambiamento delle culture indigene mesoamericane, con specifico referimento al passaggio dalla fase olmeca a quella post-olmeca.

Presentazione sintetica del progetto

Instituzioni:

Il progetto è diretto dal Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano” Onlus (CSACA) e ad esso collaborano le seguenti istituzioni (in ordine alfabetico):

•  Dipartimento Studi Umanistici della Università degli Studi di Salerno.

•  Instituto de Investigaciones Antropológicas, Universidad Nacional Autónoma de México (UNAM), México D.F. (México);

Ricercatori membri del progetto:

Il progetto è diviso in 5 sotto-progetti (SP). I ricercatori responsabili della elaborazione e direzione dei sotto-progetti sono:

•  Dott. Romolo Santoni, presidente del Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano”; direttore generale del progetto e direttore del sotto-progetto 1 di ricerca simbolico-iconografica;

•  Dott.ssa Larissa Terranova (Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano”), collaboratrice del sotto-progetto 1;

•  Dott.ssa Aura Fossati (Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano”), direttrice del sotto-progetto 2, archeologico;

•  Dott. Luis Alberto Barba Pigarrón (Instituto de Investigaciones Antropológicas de la UNAM), codirettore del sotto-progetto 2, archeologico;

•  Dr. Jorge Blancas Vázquez (Instituto de Investigaciones Antropológicas de la UNAM), colaborador del sub-proyecto 2;

•  Dr. Agustín Ortiz, (Instituto de Investigaciones Antropológicas de la UNAM) colaborador del sub-proyecto 2;

•  Dott. Mattia Petrini (Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano”), archeologo collaboratore del sotto-progetto 2;

•  Prof.ssa Rosa Maria Grillo (Dip. Studi Umanistici, Università degli Studi di Salerno, Italia / Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano”), coordinatrice del sotto-progetto 3;

•  Dott.ssa Giulia Nuzzo (Dip. Studi Umanistici, Università degli Studi di Salerno, Italia / Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano”), collaboratrice del sotto-progetto 3;

•  Dott.ssa Elsa López (Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano”), direttrice del sotto-progetto 4, socio-antropologico;

•  Dott.ssa Thea Rossi, (Università degli Studi di Chieti / Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano”), codirettrice del sub-proyecto 4;

•  Dott.ssa Maria Luisa De Filippo, (Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano”) coordinatrice dei sotto-progetti de cooperazione allo sviluppo.

Avendo diviso il Progetto Generale in 5 sotto-progetti più il sotto-progetto di cooperazione allo sviluppo, le funzioni dei participanti sono indicate in ciascuno dei sotto-progetti.

Antecedenti:

Niño de Cerro de las MesaS

Il progetto interdisciplinare che di seguito si presenta ha una lunga esperienza di lavoro. Nasce infatti da un seminario che il CSACA organizzò a Bastia Umbra (Perugia) e che durò interrottamente dal 1983 fino al 1988, avendo come oggetto di studio i meccanismi di disintegrazione della egemonia olmeca nella Mesoamerica precolombiana, soprattutto attraverso l’analisi del materiale iconografico-simbolico.

Il seminario ebbe ccome nome: Ruta de la Obsidiana, per il ruolo che nel medesimo seminario si riteneva che doveva aver avuto la rotta del commercio di questa pietra nella evoluzione storico-politica della Mesoamerica fra Olmeca e Post-Olmeca.

Nel 1993, con la diffusione degli studi di Kauffman e Justeson sulla Estela 1 de la Mojarra e in considerazione delle evidenti somiglianze fra le conclusioni del seminario e alcuni risultati della ricerca sulla Estela 1, e in considerazione anche delle prospettive di ricerca che questi ultimi presentavano (tenendo appunto in conto dette somiglianze), si cominciò un nuovo progetto che prese il nome del medesimo seminario di Bastia Umbra, Ruta de la Obsidiana, e che ebbe come primo periodo di lavoro gli anni compresi fra 1994 e 1998.

Già la prima di queste missioni, nel 1994, con la visita al sito di Cerro de las Mesas, diede una svolta precisa a tutto il progetto, sia per il quadro archeologico di superficie, che per la “scoperta” dell’esistenza di un villaggio ejidal dentro il sito archeologico. Quest’ultimo fatto ci impose un cambio profondo da un obiettivo semplicemnte di studio ad uno che tenesse in primo piano il contesto sociale e che ogni attività fosse diretta a favore di tale contesto.

Paso del Bote, Tlalixcoyan, Veracruz, México

Le conclusioni di questa prima fase del progetto furono esposte nell’articolo di Milena Cattaneo, 1998, Ruta de la Obsidiana 1994-1998: fra egemonia olmecatl ed avvento di Teotihuacan, l’importanza della cultura di Cerro de las Mesas, pp. 295-302 in “Thule. Rivista italiana di studi americanistici”, no. 4/5, Argo Editrice, Lecce., in forma divulgativa in Eredità olmeca, pubblicato dalla rivista “Archeologia viva” n. 60, novembre/dicembre 1996, e in forma definitiva nell’articolo Olmecografia: la definizione storico-culturale olmeca attraverso il patrimonio iconografico-simbolico, pubblicato nel n. 4/5 di “Thule. Rivista italiana di studi americanistici”, aprile/ottobre del 1998.

In questi lavori, inoltre, per la prima volta si parlava ufficialmente di una cultura di Cerro de las Mesas, distinta da quella che fino ad allora si conosceva con questo nome (appartenente alla prima parte della epoca Classica), indicando il sito omonimo come parte centrale della fioritura di questa cultura.

Il lavoro della fase 1994/1998 si realizzò attraverso cinque missioni di studio in Mesoamerica, vari seminari di studio e una permanente attività di laboratorio, sia in Italia che in Mesoamerica. Le conclusioni furono oggetto di varie partecipazioni a convegni internazionali di americanistica in Italia e Messico, di pubblicazioni e conferenze pubbliche.

L’insieme di ipotesi formulate dal gruppo di ricerca ha aperto specifiche prospettive di studio, sempre nell’ambito della simbologia e della iconografia della fase Olmeca/Post-Olmeca, come è stato esposto nell’articulo Olmecografia: la definizione storico-culturale olmeca attraverso il patrimonio iconografico-simbolico, e posteriormente ratificato in una sessione specificatamente organizzata intorno a questo tema nel XXIII Convegno Internazionale di Americanistica (Perugia, 4-5-6 maggio 2001). Precisamente questo ultimo evento offrì l’occasione per ampliare il dibattito fra studiosi di differenti linee di ricerca e di differenti instituzioni che parteciparono al convegno.

Da questo dibattito:

•  emerse che alcune ipotesi e osservazioni portavano alla riflessione su particolare articolazioni della evoluzione culturale a livello pan-mesoamericano;

•  si aprì la necessità di ampliare la ricerca ad altri tipo di approcci disciplinari e ambiti cronologici.

Cerro de las Mesas dalla piramide maggiore

Questo, al fine di realizzare un’attività che nell’interdisciplinarietà, nella compresenza interattiva di più approcci, nella individuazione di costanti e persistenze di caratteri del mondo simbolico (in primo luogo, ma non solo) lungo l’intero sviluppo diacronico, fosse in grado di far emergere taluni meccanismi alla base del cambio culturale in Mesoamerica, traversandone, coerentemente alla più pura tradizione degli studi americanistici, le diverse fasi pre e post-colombiane.

Così il progetto che inizialmente era stato proposto per una seconda tranche di indagine (2000-2004), nel corso della seconda metà del 2001 è andato assumendo la forma di un progetto più ampio, contenitore non solo di più linee di indagine e prospettive disciplinari, ma anche di sotto-progetti, fra i quali va a collocarsi la stessa continuità di studio del patrimonio iconografico-simbolico olmeca/post-olmeca nell’area dell’Istmo, che aveva fornito la base tradizionale della fase 1994/1998.

Così si stabilirono 7 linee di ricerca che furono sviluppati fra 2001 e 2016 in collaborazione con vari ricercatori e diversi istituti.

Sotto-progetti sviluppati fra 2001 e 2016:

Sono stati elaborati i seguenti sotto-progetti:

•  Analisi dei materiali iconografico iconografico-simbolici nell’area istmica fra V e I secolo prima della nostra era: sotto-progetto continuazione del progetto originale con profilo antropologico-simbolico e in prospettiva etnostorica, dedicato alla simbologia e iconografia del periodo olmeca/post-olmeca e della cultura di Cerro de las Mesas, sotto la direzione di Romolo Santoni e con base nel Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano” in Perugia, Italia;

•  Cerro de las Mesas e il suo contesto regionale, Veracruz Messico: sotto-progetto strettamente relazionato con il precedente, è consistito in uno studio archeologico da realizarsi nel medesimo sitio di Cerro de las Mesas; direzione del archeologo Francesco Pacelli e dell’antropologo Romolo Santoni (2008), Giovanna Battaglini (2009/2010) e Aura Fossati (2011 alla data attuale) e con base nel Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano”, in Perugia, Italia;

•  Universo olmeca e le culture antiche della Mesoamerica: il tema di questo sotto-progetto si referiva a un intento di interpretazione comparativa della scrittura fonetica maya e iconografia olmeca vincolata con la ricostruzione retrospettiva dei concetti ideologico-religiosi; questo sotto-progetto è stato diretto dalla Prof. Galina Hershova, con base principale nella Accademia delle Scienze di Mosca, Russia;

•  Tradizione, innovazione e circolazione in Mesoamerica: campo di ricerca di questo sotto-progetto, molto articolato, era, in linea generale, la complessa relazione fra le differenti culture “maggiori” mesoamericane e fra queste e il super-strato occidentale-ispanico nel processo globale di reciproco influsso orizzontale e di reazione all’influsso verticale che produce un rimodellarsi della tradizione (o del tradizionale) che ingloba e rielabora apporti dall’esterno; questo approccio generale si applica in maniera sostanziale a tre ambiti: quello della raffigurazione, quello della lingua e quello della letteratura; della direzione era incaricato il Prof. Antonio Melis che coordinava un gruppo del CISAI della Università degli Studi di Siena (Italia), sede di questo sotto-progetto;

•  Eredità culturale e trasformazioni sociali fra i Mixe-Zoque dell’Istmo di Tehuantepec: questo sotto-progetto ha inteso esplorare le radici culturali dei Mixe-Zoque, con particolare attenzione agli elementi di continuità fra l’immaginario simbolico attuale e quello dei periodi precolombiani e a come si inserisce la tradizione orale e la etnostoria di questi popoli nella ricostruzione linguistica e archeologica della evoluzione culturale dell’Istmo; sede di questo sotto-progetto, che è stato diretto dall’antropologo Menno Oostra, è stata la LASO, Fundación de Investigación Social y Económica de América Latina, Amsterdam, Olanda.

•  Dinamiche della salute fra tradizione egemonia e modernità nell’area popoluca (successivamente: Universi simbolici di riferimento dei concetti di salute e infermità fra i Popoluca del Sud di Veracruz, México): questo sotto-progetto, dedicato al mondo simbolico legato alla medicina contemporanea dell’area del Golfo meridionale, in connessione con l’utilizzo di elementi di origine precolombiana, è stato portato avanti in collaborazione con la Fondazione Angelo Celli per una cultura della salute e diretto dal Prof. Tullio Seppilli.

•  Presenza della tradizione indigena della zona istmica mesoamericana nella letteratura del ‘900: partendo dalla constatazione della rinascita dell’attenzione nei confronti del mondo indigeno e delle sue tradizioni, questo sotto-progetto si proponeva di evidenziare e analizzare la presenza di simbologie, ritualità, iconografia, mitologia, lessico, sintassi e qualsiasi espressione culturale riconducibile al mondo indigeno, sia precolombiano che attuale, con particolare riferimento alla Regione del Golfo e alle etnie totonaca, popoluca, mixe e zoque nella realtà letteraria mesoamericana del ‘900. Il sotto-progetto è stato diretto dalla Rosa Maria Grillo dell’Università di Salerno.

Nella iconografia che si può far rimontare a questo periodo, in tutta l’area istmica, si ripete ossessivamente un personaggio, di profilo dai caratteri felini, ofidiomorfi e ornitomorfi, che nel progetto abbiamo chiamato DDLN (Dio Dal Lungo Naso)

Questa complessa articolazione funziona solo in parte e a partire dal 2007 entra in una fase transitoria in cui funzionano soprattutto gli SP 1, 2 e 6. Apice di questo periodo sono sicuramente la missione archeologica del Novembre/dicembre 2009 diretta da Giovanna Battaglini (dell’Università degli Studi di Perugia) con la codirezione di Aura Fossati (CSACA) e la partecipazione dei membri dell’impresa archeologica di Intrageo e di Paolo (Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Siena, Grosseto e Arezzo) e dei SP di cooperazione (2010/12 e 2012/15) finanziati dalla Tavola Valdese (www.amerindiano.org/cooperazione/). La missione archeologica realizzerà un accurato rilevamento topografico che preciserà quello già realizzato da Barbra Stark.

Fase attuale, a partire dal 2018:

A partire dal 2017 il progetto subisce una importante ristrutturazione. Il venir meno di alcune collaborazioni e le difficoltà economiche impongono il ridimensionamento del progetto. Ma soprattutto la necessità di stringere su linee di ricerca strettamente coerenti con la prospettiva generale del progetto, suggeriscono di orientare l’osservazone su 6 linee:

•  Analisi dei materiali iconografico iconografico-simbolici nell’area istmica fra V e I secolo prima della nostra era: sotto-progetto continuazione del progetto originale con profilo antropologico-simbolico e in prospettiva etnostorica, dedicato alla simbologia e iconografia del periodo olmeca/post-olmeca e della cultura di Cerro de Las Mesas, sotto la direzione di Romolo Santoni e con base nel Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano” in Perugia, Italia;

•  Cerro de las Mesas e il suo contesto regionale, Veracruz Messico: sotto-progetto strettamente relazionato con il precedente, consiste in uno studio archeologico da realizzarsi nel medesimo sito di Cerro de las Mesas; direzione dell’archeologa Aura Fossati (Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano”) e dell’archeologo geofisico Luis Alberto Barba Pigarrón (I.I.A. de la UNAM, México) con base nell’Istituto de Investigación Antropológicas de la UNAM, México;

•  Presenza della tradizione indigena della zona istmica mesoamericana nella letteratura del ‘900: prosecuzione e medesimo titolo del precedente SP 7, pretende evidenziare e analizzare la presenza di simbologie, ritualità, iconografia, mitologia, lessico, sintassi e qualsiasi espressione culturale riconducibile al mondo indigeno, sia precolombiano che attuale, con particolare riferimento alla Regione del Golfo e alle etnie totonaca, popoluca, mixe e zoque nella realtà letteraria mesoamericana del ‘900. Il sotto-progetto è diretto dalla Rosa Maria Grillo dell’Università di Salerno, con sede nella sede di Salerno del CSACA.

•  Organizazione economica e sociale a Paso del Bote: sotto-progetto diretto a individuare gli elementi di base socio-economici attraverso interviste, rilevamenti demografici ed economici, ricerca storico-documentaria, la realtà contemporanea dell’insediamento di Paso del Bote e della sua storia; propedEutico del sotto-progetto 6; diretto dalla dottoressa Elsa López (Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano”), con sede nel CSACA di Perugia.

Missione 2009: Federico Spiganti, Aura Fossati e Giovanna Battaglini

•  Sviluppo a Paso del Bote: infine il SP dedicato alla realizzazione di piani di intervento con la doppia prospettiva di salvaguardare il partrimonio culturale e promuovere un progresso culturale, sociale ed economico della popolazione residente a Paso del Bote, che è ubicato dentro il sito archeologico di Cerro de las Mesas.

Oggetto della ricerca:

Il terreno su cui convogliare più proficuamente il contributo delle diverse competenze scientifiche è dunque quello delle differenti forme di trasformazione, che prendono il via dal passaggio dalla Mesoamerica olmeca a quella post-olmeca, con l’intento di fornire un contributo al chiarimento non solo di quello che fu uno dei principali momenti del cambio culturale in quest’area, ma anche di quelli che sono taluni esiti contemporanei in termini di assetto etnico e linguistico della Mesoamerica stessa, verso i quali ultimi si tenderà ad estendere l’osservazione.

Cerro de las Mesas,Gran Plaza

Di contro ad una certa tendenza degli studi americanistici a privilegiare gli elementi di persistenza delle culture indigene, con il rischio costante di “folclorizzarle” e, in qualche modo, “museificarle”, il nostro progetto intende invece mettere a fuoco le dinamiche di mutamento e di adattamento che costituiscono il nucleo della loro stessa vitalità. Questo anche nel caso di specifici momenti di studio, diretti proprio a quelle forme simboliche del mondo mesoamericano contemporaneo, che in qualche modo si collocano sullo stesso filum evolutivo che fa capo al periodo precolombiano. Si tratterà dunque di analizzare tali dinamiche aprendo spazi su una pluralità di terreni, da quello della simbologia a quello della ritualità contemporanea, dalla cultura materiale alle pratiche terapeutiche.

Metodologia:

L’ambito di riferimento, pertanto, è costituito dall’obiettivo di portare un contributo alla chiarificazione di taluni meccanismi e dinamiche del cambio culturale nella Mesoamerica, a partire dall’osservazione di uno dei momenti chiave dell’evoluzione storico-culturale di quest’area.

Da questo ambito più generale vengono fatte discendere varie linee di indagine, connesse ciascuna a determinate prospettive disciplinari, proprie metodologie e specifici oggetti che dovranno essere definiti ed esplicitati in itinere.

In base all’obiettivo prefissato sopra esposto ed agli interessi manifestati dai vari ricercatori, al momento sono stati individuati diversi settori o linee di indagine, dall’antropologia culturale all’archeologia, dalla sociologia all’antropologia medica.

Nel contesto di indagine così delineato, da ciascun ambito disciplinare si sono formati - ed altri potranno ancora formarsi - singoli sotto-progetti elaborati dai vari ricercatori o gruppi di ricercatori membri della ricerca, che attraverso molteplici contaminazioni e compenetrazioni spaziali e temporali cercheranno di mantenere alto e costante il livello di interazione.

I singoli sotto-progetti, nel loro svolgimento, potranno così essere realizzati all’interno di una attività pienamente interdisciplinare fra le diverse linee di indagine e i materiali prodotti andranno a costituire in maniera organica il complesso dei risultati della ricerca.

I singoli sotto-progetti verranno allegati a questo progetto e ne costituiranno parte integrante.

Mani nella costruzione del tetto di una capanna

Programma generale del progetto di ricerca:

Principali tappe di questo progetto sono:

•  laboratori permanenti con incontri e seminari di aggiornamento in Italia e Messico;

•  attività archeologica nel sito di Cerro de las Mesas (Veracruz);

•  una serie di missioni di studio in Mesoamerica per analisi e reperimento del materiale iconografico in loco e per incontri di studio con ricercatori mesoamericani;

•  attività di ricerca sul campo in Veracruz;

•  partecipazione a seminari internazionali;

•  raccolta e sistematizzazione del materiale documentario;

•  pubblicazione dei risultati.

Obbiettivi specifici:

La definizione degli obbiettivi specifici è demandata ai singoli sotto-progetti in cui si articola la ricerca.

Produzione di materiali e diffusione dei risultati:

Secondo quelle che sono le caratteristiche e la filosofia del Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano”, uno degli obiettivi principali di questa ricerca è la produzione di materiali e la diffusione dei risultati.

In questa prospettiva sono previsti:

•  la realizzazione di un corpus documentario formato dalle relazioni dettagliate dei singoli progetti, diapositive, registrazioni audio e video su supporto magnetico;

•  pubblicazione di un volume riguardante le varie fasi della ricerca;

•  realizzazione di un filmato di 45 minuti in digitale;

•  relazioni in convegni scientifici ed articoli in riviste specializzate;

•  articoli e materiale vario di carattere divulgativo.

Crediamo sia utile e importante sottolineare come la compartecipazione di istituzioni di differenti paesi costituisca un mezzo interessante di collaborazione scientifica. Concreta fra questi paesi.

Tutto il materiale prodotto sarà raccolto e organizzato in un archivio del Centro di Documentazione Audio e Video “Daniele Fava”, di proprietà del “Circolo Amerindiano” a Perugia e nella sede di Messico e messo a disposizione della comunità scientifica e di chiunque voglia consultarlo.

AA.VV., 1975, Del Nomadismo a los Centros Ceremoniales, Ed. I.N.A.H., México.

AA.VV., 1975, Las Lenguas de México, vol. II, I.N.A.H., México (Serie México Panorama histórico e cultural, V).

AA.VV., 1980, Rutas de Intercambio en Mesoamérica e Norte de México XVI Mesa Redonda, Saltillo (Coahuila, México) 9-14/9/1979, Sociedad Mexicana de Antropologia.

AA.VV., 1986, Archeológia e Etnohistoria del Estado de Guerrero, I.N.A.H. e Gobierno del Estado de Guerrero, México.

AA.VV., 1989, El Preclásico o Formativo, avances e perspectivas, Seminario de Arqueologia ‘Dott. Román Piña Chan’, Ed. I.N.A.H., México, noviembre.

AA.VV., 1990, Historia de la Religión en Mesoamerica e areas afines: II Coloquio, Barbro Dahlgren coordinador, UNAM, México.

AA.VV., 1994, Historia Antigua de México, Linda Manzanilla, Leonardo López Lujan (coord.), INAH, México D.F.

AA.VV., Colha e i Maya dei Bassiapiani, Ed. Erizzo, Pordenone, 1983.

Acosta Jorge, Romero Javier, 1992, Exploraciones en Monte Negro, Oaxaca: 1937-38, 1938-39 e 1939-40, Antologias Serie Arqueologica, INAH, México D.F.

ANAYA G., Lenguas de México: su classificación, “México Indigena”, n. 17 del ano III, luglio/agosto 1987, México, I.N.I., México.

Angulo J. V., 1988, Siete sistemas de aprovechamiento idráulico localizados en Chalcatzingo, “Arqueologia”, I.N.A.H., vol. II, pp. 37-84.

Angulo V., 1979, Chalcatzingo, Guia Oficial, Secretaria de Educación Pública, México.

Bernal i. - Oliveros a., Exploraciones archeologicas en Dainzú, Oaxaca, I.N.A.H., México, 1988.

Bernal Ignacio, 1968, El mundo olmeca, Editorial Porrúa, México.

Bernal Ignacio, 1976, The Olmec World, University of California Press, Berkeley, Los Angeles, London.

Brueggemann J. K., 1990, Consideraciones en torno lo que llaman etnoarqueologia, volume 25 pp. 15-21 in “Anales de Antropologia”, UNAM, México.

Bruggemann J.K., 1978, Studios Estratigráficos en Tlapacoya, Estado de México, 1973, I.N.A.H., México, 1978.

Carmona Macias (coordinadora), El Preclásico o Formativo: avances e perspectivas, Museo Nacional de Antropologia, INAH, México.

Caso Alfonso, 1989, De la arqueologia a la antropologia, UNAM, México.

Cassirer Ernst, 1961, La filosofia delle forme simboliche, La Nuova Italia, Firenze.

Cattaneo Milena, 1998, Ruta de la Obsidiana 1994-1998: fra egemonia olmecatl ed avvento di Teotihuacan, l’importanza della cultura di Cerro de las Mesas, pp. 295-302 in “Thule. Rivista italiana di studi americanistici”, no. 4/5, Argo Editrice, Lecce.

Clark John - Blake Michael, 1989, El origen da la civilización  en Mesoamérica: los olmecas e mokayas del Soconusco de Chiapas, pp. 385-405, in Martha Carmona curadora “El Preclasico o Formativo: avances e perspectivas”, INAH, México.

Clark John – Hansen Richard D., 1990, Preclásico Tardio (400a.C. - 200 d.C.), volume VIII num. 46  pp. 12-19 in “Arqueologia mexicana”, México.

Clark John (curatore), 1994, Los olmecas en Mesoamérica, El Equilibrista, México - Turner Libros, Madrid.

Clark John, 1990, Olmeca, olmechismo e olmechización en Mesoamerica, volume 3 pp. 49-55 in “Arqueologia”, México.

Coe M. – Snow D. - Benson E., 1987, Atlante dell’antica America, Istituto Geografico De Agostini, Novara.

Coe Michael D.- Diehl Richard A., 1980, The land of the  Olmec. The archaeology of San Lorenzo Tenochtitlán, voll. 2, University of Texas Press, Austin.

Covarrubias Miguel, 1961, El aquila, el jaguar e la serpiente, UNAM, México.

Cyfers Ann, 1997 (curatrice), Población, subsistencia e medio ambiente en San Lorenzo Tenochtitlán, Instituto de Investigaciones Antropológicas, UNAM, México.

De La Fuente Beatriz, 1975, Las cabezas colosales olmecas, Fondo de cultura Economica, México.

Eco Umberto, 1975, Trattato di semiotica generale, Bompiani, Milao.

Ekholm-Miller S., 1973, The Olmec Rock Carving at Xoc, Chiapas, México, New World Archaeological Foundation, Brigham Young University, Provo (Utah) 1973.

Fahmel Beyer Bernd, 1994, El Estado durante la epoca Monte Albán II, volume 31 pp. 91-104 in “Anales de antropologia”, UNAM, México.

Fahmel Beyer Bernd, 2000, El glifo C de Alfonso Caso, Comunicazione personale.

Flannery Kent V. (curatore), 1976, The Early Mesoamerican Village, Academic Press, New York.

Flannery Kent V., 1974, The olmec and the Valley of Oaxaca: A model for interregional interaction in formative times, pp. 64-83 in A. Sabloff e C. C. Lamberg-Karlowsky “The rite and the fall of civilization: Selected reading”, Menlo Park, California.

Garaiz Esteban M., Los Olmecas: un imperio fluvial, Hipocamp, año II n. 2, S.José de Costa Rica.

Gendrop p. - Heyden d., Architettura Mesoamericana, Electa, Venezia, 1973.

Gomez Rueda Hernando - Courtes V., 1987, Un pectoral olmeca de la Encrucijada, Tabasco, “Arqueologia”, I.N.A.H., Vol. I,, pp. 73-88.

Gonzalez Lauck Rebecca, 1988, Progetto  archeologico de La Venta , “Arqueologia”, n. 4, 1988, México, pp. 121-165.

Grove David C., 1970, Los murales de la cueva de Oxtotitlan, Acatlan, Guerrero, I.N.A.H., México.

Grove David C., 1981, The formative period and the evolution of Complex Culture, Archaeology in Supplement to the Handbook of Middle American Indians, University of Texas Press, Austin (U.S.A.).

Grove Davide C., 1984, Chalcatzingo, excavation  on an Olmec Frontier, Thames and Hudson, London.

Justeson John - Kauffman Terrence, 1993, A dechipherment of Epi-Olmec Hierogliphic Writing, in “Science”, vol. 259, 1993, pp. 1703-1711.

López Austin Alfredo - López Luján Leonardo, 1998, Il passato indigeno, Jaka Book, Milano.

Lorenzo José Luis, 1970, Chronology and position of Tlapacoya in American Prehistory, in The Excavations at Tlapacoya, México, XXXV Annual Meeting , Society for American Archaeology, mimeografiado, Departamento de Prehistoria, Instituto Nacional de Antropologia e Historia, México.

Lowe G.W. - Lee T. A. jr. - Martinez Espinosa E., Izapa: an Introduction to the ruins and monuments, New World Archaeological Foundation, Brigham Young University, Provo (Utah), 1982.

Martinez D. G., 1979, Las Pilas, Morelos, I.N.A.H., México.

Martinez Donjuán Guadalupe, 1982, Teopantecuanitlan, Guerrero: un sitio olmeca, “Revista Mexicana de Studios Antropológicos”, tomo XXVIII:1982, Sociedad Mexicana de Antropologia, México, pp. 123-132 (1).

Martinez Donjuán Guadalupe, 1985, El sitio Olmeca de Teopantecuanitlan en Guerrero, volume 19 pp. 215-226 in “Anales de Antropologia”, UNAM, México.

Martinez Donjuán Guadalupe, 1985, Teopantecuanitlan, in Arqueologia e ettnohistoria del estado de Guerrero, 1985, Instituto Nacional de Antropologia e Historia - Gobierno del Estado de Guerrero, pp. 53-80.

Miller M.E., 1988, L’arte della Mesoamerica: Olmechi, Maya, Aztechi, Rusconi, Milano.

Niederberger Christine, 1976, Zohapilco, Instituto Nacional de Antropologia e Historia, México.

Niederberger Christine, 1985, Excavación de un área de habitación doméstica en la capital “olmeca” de Tlacozotitlán , reporte preliminar, in Arqueologia e ettnohistoria del estado de Guerrero, 1985, Instituto Nacional de Antropologia e Historia - Gobierno del Estado de Guerrero, pp. 81-104.

Niedernerger Christine, 1987, Paleopaysages et archeologie pre-urbaine du Bassin de México, I e II, C.E.M.C.A., México, 1987.

Ochoa Lorenzo, 1989, Comercio, comerciantes e rutas de Intercambio en el México Antiguo, SECOFI, México.

Ortiz Ponciano - Rodriguez M.a del Carmen - Schmidt Paul, 1988, El progetto Manati, “Arqueologia”, n. 3,  México, pp. 141-154.

Ortiz Ponciano - Rodriguez M.a del Carmen, 1989, El progetto Manati, “Arqueologia”, n. 1, segunda época, México, pp. 23-52.

Paddock John, 1966, Oaxaca in Ancient Mesoamerica, pp. 83-241 John Paddock editor in “Ancient Oaxaca”, Stanford University Press, Stanford, California.

Piña Chan Román – Covarrubias Miguel, 1964, El pueblo del Jaguar, Museo Nacional, México.

Piña Chan Román, 1958, Tlatilco, Instituto Nacional de Antropologia e Historia, México.

Piña Chan Román, 1967, Official guide of Copilco - Cuicuilco, I.N.A.H., México.

Piña Chan Román, 1977, Quetzalcoatl, Serpiente Emplumada, Fondo de Cultura Economica, México.

Piña Chan Román, 1987, Simboli e culto del giaguaro nell’arte degli antichi Olmechi, in L’Umana Avventura, primavera.

Santoni Romolo, 1984, Chalcatzingo, l’ultima frontiera olmeca, Atti del IV Convegno del C.S.A. “Circolo Amerindiano”, 30/4 2/5/1982, “Bollettino del Circolo Amerindiano”, n. 12, Perugia, 1984, pp. 25-36.

Santoni Romolo, 1988, Il ruolo degli Olmechi nello sviluppo culturale della Valle di Oaxaca, Atti del Convegno Internaz.le “Archeologia, Scienza e Società nella America Precolombiana”, Brescia 17-19/6/1988, pp. 177-188.

Santoni Romolo, 1990, Le vie degli Olmechi, “Archeologia viva” (Firenze), vol. IX, n.10, Maggio 1990, pp. 34-44.

Santoni Romolo, 1995, Mesoamerica tra segno e significato, Istituto di Etnologia e Antropologia Culturale, Perugia.

Santoni Romolo, 1996, Eredità Olmeca, pp. 51-63 no. 70 in “Archeologia Viva”, Giunti, Firenze.

Santoni Romolo, 1998, Olmecografia: la delimitazione storico culturale olmeca attraverso il patrimonio iconografico-simbolico, pp. 73-106 no. 4/5 in “Thule. Rivista italiana di studi americanistici”, Argo Editrice, Lecce.

Santoni Romolo,1985, Primi esempi di scrittura nel Messico Precolombiano, “Atti del Conv. Naz.le: “Archeologia Scienza e Società nell’America Precolombiana”, Biella, 15-17/11/1985, pp. 91-105.

Santoni Romolo,1987, Mesoamerica tra Giaguaro e Serpente piumato: alcune ipotesi sui cambi culturali del I millennio a.C., Atti del V Convegno del C.S.A. “Circolo Amerindiano” 6-7-8/5/1983, in Bollettino n.13, Perugia, pp. 3-17.

Schavelzon Daniel, 1983, La piramide de Cuicuilco, Fondo de Cultura Economica, México.

Soustelle Jacques, 1979, Les Olmèques, Librairie Arthaud, Paris.

Stark Barbara L., 1994, Entre los olmecas y los totonacas, in “Arqueologia Mexicana”, Vol. I, num. 5, (Diciembre 1993 - Enero 1994), Raices, México, pp. 33-36.

Stirling M. W., Los Olmecas, “Americas” (Washington), diciembre 1969 - enero 1970.

Urcid Javier, 1992, Zapotec Hierogliphic Writing, Doctoral dissertation, Department of Anthropolology, Yale University. University Microfilms Internacional, Ann Arbor, Michigan.

Vásquez Zárate Sergio, 1995, El contexto regional del sitio  La Mojarra, Ponencia Museo de Antropologia, Universidad Veracruzana, Xalapa, Ver.

Vásquez Zárate Sergio, 1997, Progetto archeologico La Mojarra, pp. 197-210, in Sara Ladrón de Guevara González e Sergio Vásquez Zárate (curatori), Memoria del coloquio: arqueologia del centro e sur de Veracruz, Universidad Veracruzana, Xalapa, Ver.

Winfield Capitaine Fernando, 1990, La estela 1 de La Mojarra, Universidad Autónoma de México, México.

 

Titolo: Memoria de la tierra, memoria de los hombres y de las mujeres. Investigación multidisciplinaria sobre San Andrés Larráinzar

Paese : Messico

Luogo: Municipio di San Andrés Larráinzar, Chiapas, Messico

Ricerca in corso: Marzo-dicembre 2020



San Andrés Larrainzar

Oggetto: È un progetto interdisciplinare di ricerca che riunisce antropologi, storici e archeologi. Intende mettere in luce come si costruisca memoria di lunga durata in terra indigena e come si conservi il passato in terra maya senza necessità di fissare gli avvenimenti per mezzo di un registro scritto.

Il progetto intende coinvolgere la stessa popolazione locale della comunità indigena maya di San Andrés Larráinzar (Chiapas, Messico) e trasformare la relazione ricercatore–informante in una nuova esperienza metodologica, dato che da alcuni anni si sono affermati, professionisti, giovani accademici, donne che occupano cariche tradizionali e nuovi attori e soggetti che possono collaborare con distinte modalità a registri di ricerca condivisi.

San Andrés Larrainzar

Coordinamento scientifico: Dr. Piero Gorza (antropologo, Instituto de Estudios Indígenas, San Cristóbal de Las Casas, México, Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano, Perugia, Italia)

Dra. Marie Annereau-Fulbert (archeologa, Centro Estudios Mayas, Universidad Nacional Autónoma de México, UNAM)

Gruppo di ricerca: Dra. Paola Ortelli (antropologa,  Universidad Autónoma de México, UAM).

Dr. Lucas Ruiz Ruiz (antropólogo, PhD in Estudios Mesoamericanos, Universidad Nacional Autónoma de México, UNAM).

Lic. Chrystian Reyes Castillo (archeologo e storico, master nel Posgrado en Estudios Mesoamericanos, Universidad Nacional Autónoma de México).


Descrizione del progetto:

Il progetto inizia nel 2018 affrontando la problematica della memoria indigena di “lunga durata” e di come in queste terre maya si conservi e si attualizzi il passato, sapendo che le strategie mnemotecniche delle popolazioni originarie non hanno potuto per secoli usufruire della scrittura fonetico-alfabetica. Lo studio ha implicato definire quali testi e quali fonti permettono di mantenere un ricordo del passato e studiare quali linguaggi originali veicolano le forme di conoscenza. Non si tratta solo di approfondire procedure mnemotecniche, ma di ricostruire altre modalità di pensare storia e memoria e di conseguenza ciò che è persona e mondo. Vi è necessità di individuare le teorie native, le intuizioni geografiche e le ontologie che permettono di leggere e abitare in specifico un mondo. Il linguaggio, la memoria orale, la ritualità sociale, il corpo e gli abiti e infine il territorio e le sue tracce sono le testualità che vogliamo studiare  in quanto hanno permesso di combattere l’entropia del tempo. Per decodificare il tessuto e i codici che modellano la memoria si fa riferimento agli strumenti dell’antropologia, della storia, della linguistica e dell’archeologia.

Il campo della ricerca riguarda le montagne maya di Los Altos de Chiapas, Messico, con particolare attenzione al municipio di San Andrés Larráinzar – San Andrés -Sakamch’en de Los Pobres e alle sue aree confinanti. La ricerca prevede la collaborazione di antropologi, linguisti, storici e archeologi e la definizione in itinere di metodologie e tecniche condivise di ricerca. Partecipano al progetto studiosi provenienti da istituzioni accademiche e di ricerca messicane (El Centro de Estudios Mayas, Unam, el Colegio de México, la Universidad Autónoma de México; il Centro de Estudios Superiores de México y Centroamérica e l’instituto de Estudios Indígenas di San Cristóbal de Las Casas (Chiapas) e in Italia il Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano”. Sono anche coinvolti nel progetto le istituzioni indigene e giovani studiosi originari del municipio.

La ricerca:

Il progetto prevede 5 anni di ricerca, 2 sono stati destinati ad attività propedeutiche. Le attività svolte riguardano 4 missioni di due mesi, ciascheduna con ricerche di campo, sui seguenti temi: a) tradizione orale, canti sciamanici, b) miti di fondazione, toponimie e sopralluoghi sul territorio, c) memoria rituale e feste, d) paesaggi sacri e paesaggi archeologici.

I primi risultati della ricerca sono stati presentati nei Convegni Internazionali di Americanistica di Perugia (maggio 2018 e maggio 2019), nel corso-seminario impartito dal Dr. Piero Gorza nel Posgrado en Estudios Mesoamericanos della UNAM con il titolo “Ontologías y construcción de la memoria indígena en área maya” (20-26 settembre 2019), nelle sessioni di “Studi recenti in Los Altos de Chiapas” del Congreso Internacional Mayistas, (Chetumal, giugno 2019) con relazioni della Dr.ssa. Marie Annereau-Fulbert e del lic. Chrystian Reyes, del Dr. Lucas Ruiz Ruiz e del Dr. Piero Gorza.

Il seminario di lavoro “San Andrés Larráinzar: memoria de la tierra, de los hombres y de las mujeres” (21-23 marzo 2020), che si doveva realizzare nella sede della EGAI (Escuela de Gestión y Autodesarrollo indígena, Universidad Autónoma de Chiapas) di San Cristóbal de Las Casas e che non si è potuto svolgere per la pandemia Covid-19, è riprogrammato in forma virtuale per giovedì 4 giugno del presente anno. La finalità del seminario è: a)esporre le sfide teorico-metodologiche del progetto, b) condividere dai diversi punti di vista i risultati di ciascun studioso con i colleghi che lavorano nella stessa regione, c) permettere l’incontro del mondo accademico con i distinti settori della comunità di San Andrés (autorità civili e religiose, studenti, studiosi e società civile). Preparare una prima pubblicazione con un numero monografico in una rivista scientifica.

Calendarizzazione:

Per il periodo 2020-2023 si programmano diverse attività di ricerca e di discussione scientifica nel quadro di distinti eventi accademici nazionali e internazionali.

Settembre-ottobre2020: partecipazione al Convegno Internazionale di Americanistica di Perugia. Organizzazione di altre sessioni del seminario di lavoro su San Andrés. Consegna dei primi testi per una pubblicazione collettiva.

Novembre 2020: missione di un mese per lavoro etnografico di campo in San Andrés Larráinzar con partecipazione a eventi rituali e festivi del municipio. Il team di lavoro è composto da 2 antropologi, 1 archeologa, 1 fotografo e 1 videomaker.

Febbraio- marzo 2021: missione in Messico di 1 mese per rilevamenti storico - archeologici di campo in Sakamch’en, Mumustenango e Yolonch’en. In modo parallelo si procede alla revisione del materiale di archivio (Archivo Histórico Diocesano de San Cristóbal de Las Casas). Preparazione della prima pubblicazione.

Maggio 2021: partecipazione al Convegno Internazionale di Americanistica di Perugia. Esposizione dei lavori in progresso.

Luglio-agosto 2021: missione con lavoro etnografico di campo nella comunità. Ricerche storiche, archeologiche e antropologiche nei luoghi sacri del municipio. Consegna dei manoscritti per la pubblicazione.

Novembre 2021: missione con lavoro etnografico e di antropologia visuale nel municipio di San Andrés con documentazione degli eventi rituali e riprese video delle fasi della festività patronale.

Marzo 2022: missione con sopralluoghi e ricerche nelle aree che sono state coinvolte nella ribellione indigena del 1712 e nella “Guerra de Castas” del XIX secolo.

Maggio 2022: partecipazione al Convegno Internazionale di Americanistica di Perugia e presentazione della documentazione raccolta e dei testi da pubblicare nel libro “Memorias de San Andrés”.

Giugno 2022: organizzazione di una sessione nel Congreso Internacional de Mayistas.

Luglio-agosto 2022: completamento dei lavori di campo e organizzazione di un simposio nella stessa comunità di San Andrés con la prospettiva di depositare tutta la documentazione storica , archeologica e antropologica nella Casa de la Cultura di San Andrés.

Maggio 2023: partecipazione al Convegno Internazionale di Americanistica di Perugia e presentazione delle pubblicazioni e dei risultati finali della ricerca.

Luglio 2023: Presentazione nel Centro de Estudios Mayas de la UNAM, Ciudad de México, dei risultati e organizzazione di un convegno nella comunità di San Andrés con la partecipazione di tutti gli studiosi che hanno collaborato al progetto.

Titolo: La cittadinanza costruisce la sua storia. Ricostruzione dell'immaginario, uso dello spazio e processi sociopolitici (Siglo Xx)

Paese: Venezuela

Località: Puerto Ayacucho, Stato Indigeno di Amazonas.

Sintesi: il progetto intende ricostruire gli aspetti fondamentali della memoria storica di Puerto Ayacucho, come spazio no-oil, in termini di partecipazione e azione collettiva nel processo di integrazione nazionale e di consolidamento del Venezuela.

Descrizione dettagliata:

Puerto Ayacucho, capitale dello Stato Indigeno di Amazonas, è stata nel corso degli anni oggetto di una forte immigrazione di vari membri di popoli indigeni, tra i quali i Banivo, Wotjuja o Piaroan e i Kurripakos, provenienti dalle aree circostanti.

Durante una prima missione sono stati realizzati incontri con varie personalità dell’area, per definire interessi e necessità relative ai saperi della loro storia, (studiosi, giornalisti, rappresentanti indigeni, residenti non indigeni, autorità della città) e con il Governatore dello Stato Indigeno di Amazonas, Liborio Guarulla, che ha rinnovato l’appoggio dello Stato verso il progetto.

Per raggiungere le finalità poste dall’attività di ricerca, si intende raccogliere le testimonianze dei cittadini quali fonti fondamentali e insostituibili.  Si vuole, dunque, identificare gli attori sociali che hanno il compito di contribuire alla ricostruzione della memoria collettiva volta ad interpretare la partecipazione dei cittadini all’integrazione nazionale.

Al medesimo tempo si procederà a localizzare e sistematizzare repertori documentari e materiali utili allo scopo. Per la complessità della ricerca saranno consultate molteplici fonti reperibili negli archivi documentari ed emerografici della Repubblica Venezuelana: Registro Principal del Estado Amazonas – Archivo Histórico de Miraflores – Archivo General de la Nación, Sección de interior y Justicia, Biblioteca Nacional, sección de Hemeroteca nacional, Hojas sueltas, Libros Raros.

In una seconda fase si procederà all’analisi, discussione e redazione dei risultati dell’attività di ricerca. Questi, verranno resi pubblici e condivisi in seminari aperti, come il Convegno internazionale di Americanistica, attraverso la rappresentanza degli esponenti principali della ricerca.

La missione inoltre produrrà materiale destinato a riviste con referaggio cieco e ad altri tipi di pubblicazioni collettive.

Partner e Finanziatori:
• Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI-DGSP);
• La Universidad del Zulia;
• Università di Perugia.

Titolo: Primati Umani e non Umani in Amazzonia

Paese: Brasile

Località: Area Indígena Trincheira-Bacajá

Missione in corso: Desde 2018

Sintesi: La ricerca intende indagare le diverse relazioni tra primati umani e non umani nei tropici sudamericani, concentrandosi su come sono vissute tra le popolazioni indigene e i primatologi. La ricerca sarà condotta utilizzando un approccio interdisciplinare e integrato tra antropologia e primatologia. I risultati consentiranno di discutere argomenti come le relazioni uomo-animale, l'etnografia multispecifica e la conservazione dei primati.

Descrizione dettagliata:

Il progetto si concentra sulle associazioni uomo-animale, con particolare attenzione a quelle tra primati umani e non umani, studiando il controverso dibattito tra conoscenza "indigena" e "scientifica". Empiricamente, questo si concentrerà su due casi studio: i primatologi che lavorano con Cebus spp. e gli indigeni Mebengokré dell'Area indigena Trincheira-Bacajá.

Entrambi questi gruppi hanno processi specifici per socializzare i primati e soprattutto le scimmie cappuccine. I primatologi che conducono ricerche con questi primati mostrano il loro apprendimento sociale, lo sviluppo di nuove abilità, l'uso di oggetti e la loro conoscenza astratta. Nella letteratura specializzata presentano un'immagine di questi primati mentre sono immersi in un ambiente sociale, cognitivo e relazionale simile a quello degli umani. Inoltre, questi primatologi producono forme specifiche di relazioni pragmatiche e cognitive con primati non umani. Queste relazioni rendono Cebus spp. sia oggetti che soggetti di pratiche di ricerca scientifica.

I Mebengokré sono un popolo indigeno della famiglia linguistica Jé. Producono molteplici relazioni con Cebus spp. Questi sono vissuti nella vita di tutti i giorni, condividendo spazi domestici e la foresta. Inoltre, sono presenti nei processi cognitivi, come nelle narrazioni mitiche, nelle maschere rituali e in altre pratiche di conoscenza. In entrambi i casi, primati non umani, e in particolare Cebus spp. occupano una posizione preminente nel definire le esperienze pragmatiche, simboliche e cognitive della relazione tra uomo e animale. In questa direzione, la ricerca etnografica produrrà dati originali per contribuire all'attuale dibattito sulla relazione tra uomo e animale, sia in antropologia che in primatologia: svilupperà un dialogo interdisciplinare efficace, con l'impegno di ricercatori di entrambe le discipline; e infine contribuirà allo sviluppo di strategie di conservazione efficienti per questi primati, prendendo come punto di partenza il dialogo tra conoscenza indigena e scientifica, oltre a considerare le dimensioni culturali locali e il riconoscimento dell'attività dei primati non umani.

 

Il G.R.E.C.A. (Gruppo di Ricerca Etnomusicologica del Circolo Amerindiano) è un gruppo di ricerca che grazie agli studiosi che ne fanno parte, porta avanti ricerche inedite nell’ambito dell’etnomusicologia americana.

Obiettivo centrale del G.R.E.C.A sono lo studio della musica di tutto il continente americano, a partire dal sincretismo musicale tra correnti culturali dei popoli originari, dei conquistadores spagnoli, degli “schiavi” africani e – in ultimo – degli immigrati europei, nell’ottica di diffondere e far conoscere le varie sfaccettature della musica americana.

La metodologia applicata è quella della ricerca antropologica sul campo, svolta sotto la supervisione della Dott.ssa Maria Lina Picconi, con il supporto dell’equipe tecnica formata dal Dott. Everardo Garduño e dal Dott. Román Robles Mendoza, e con la consulenza delle Dott.se Elisangela de Jesus Santos y Maria Cristina Giorgi di Rio de Janeiro, Brasile.

Attualmente partecipano ricercatori di Messico, Brasile, Cile, Argentina, Guatemala, Haití, Colombia, Ecuador, Italia e Perú, con l´obiettivo di studiare la musica di gruppi etnici dei propri paesi distinguendo le loro peculiarità regionali nei loro spazi specifici.